Succo di bergamotto

Succo di Bergamotto

Il termine “Nutraceutico” fu coniato negli anni ‘80 dal Dott. Stephen L. De Felice, fondatore della FIM ( Foundation for Innovation in Medicine ), ad indicare un alimento” o parte di alimento che fornisce benefici medici o salutari, inclusa la prevenzione o il trattamento della malattia…….. Tra i vari fitoterapici ad azione antiossidante utilizzati attualmente per la prevenzione e il trattamento di varie patologie metaboliche trova posto il bergamotto ( Citrus bergamia ) che è una pianta endemica della Calabria, il cui succo presenta un’alta concentrazione di flavonoidi che possiedono proprietà antiossidanti, antiinfiammatorie e vasoprotettive, nonché ipolipemizzanti ed ipoglicemizzanti. In particolare, alcuni di essi agirebbero sulla sintesi intraepatica dei trigliceridi, inibendola, e sulla risposta intracellulare all’insulina, migliorandone il segnale. Molta attenzione si è posta all’utilizzo del bergamotto come nutraceutico da impiegare nel trattamento dell’ipercolesterolemia lieve ed in caso di intolleranza alle statine, così come in associati stati di disglicemia. Per quanto riguarda gli effetti sull’assetto lipidico, i derivati di due flavonoidi contenuti nel succo di bergamotto, esperetina e naringenina, possedendo una struttura simile al substrato dell’enzima HMG-CoA reduttasi epatica, lo inibiscono comportandosi come delle statine; anche il derivato glicosidico della naringenina, la naringina, inibisce tale enzima. Ne deriva che il succo di bergamotto riduce i livelli di colesterolo totale. Inoltre, studi in vitro suggeriscono che la naringenina e l’esperetina riducono l’attività dell’enzima acil CoA: colesterolo aciltransferasi (ACAT), inibendo l’assemblamento delle lipoproteine.
Si hanno pure effetti sui trigliceridi sierici in quanto la esperetina riduce l’attività di un enzima chiave nella sintesi epatica dei trigliceridi, la fosfatidico fosfoidrolasi (PAP). Un’altra proprietà da tenere in considerazione del succo di bergamotto è la sua attività ipoglicemizzante. In particolare, la naringenina, come altri polifenoli, incrementa l’attività dell’AMP chinasi (AMPK) e l’ uptake di glucosio nel muscolo e a livello epatico, il che si traduce in un miglioramento della sensibilità all’insulina e della tolleranza glicidica. Per quanto riguarda l’azione sull’endotelio, i flavonoidi contenuti nel bergamotto, incrementando l’attività di alcuni enzimi ad azione antiossidante, limitano la produzione di radicali liberi dell’ossigeno nella parete vasale e insieme ad una ben nota proprietà antiinfiammatoria, migliorano la produzione endoteliale di ossido nitrico.

Curarsi con il bergamotto

L’aromaterapia consiglia l’uso del bergamotto per il trattamento della depressione in quanto provoca uno stato d’animo gioioso, concilia il sonno ed elimina i blocchi psicologici. In erboristeria si riconoscono proprietà antinfiammatorie, disinfettanti e cicatrizzanti è, infatti, consigliato come rimedio naturale della psoriasi, delle ustioni e delle ferite. Uno o due gocce al giorno di olio essenziale diluite in acqua o in un cucchiaino di miele o nel thè (quanti di voi sanno che l’earl grey tea è aromatizzato con olio essenziale di bergamotto?) hanno funzioni stimolante dell’appetito e delle funzioni epato-pancreatiche; contrasta colecistiti, tachicardia e ipertensione arteriosa; è utile nelle stomatiti, gengiviti e faringotonsilliti; è antiparassitario intestinale oltre che disinfettante ed astringente.

 Il frutto di bergamotto

In gastronomia può essere usato oltre che nel thè, anche per arricchire insalate insieme a spicchi di arancia, conditi con olio, sale ed aceto balsamico. La buccia grattugiata e/o il succo viene utilizzato per aromatizzare risotti, pesce arrosto e scaloppine sia di carni bianche che rosse. Può essere inoltre usato, in molte altre preparazioni sia dolciarie che non in sostituzione del limone e per aromatizzare l’olio extra vergine di oliva. La marmellata di bergamotto è ottima sia per preparare dolci che per accompagnare formaggi molli.

Colesterolo e Glicemia

Il bergamotto è indicato per la cura del colesterolo e della glicemia. Un recente studio condotto dall’Università della Magna Graecia di Catanzaro, e i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica International Journal of Cardiology, ha sostenuto che, l’assunzione di bergamotto contribuisce al controllo del colesterolo. Si è infatti dimostrato (esperimento condotto su 237 pazienti) che somministrando per 30 giorni il succo di un frutto di bergamotto a individui con colesterolo alto, dopo 30 giorni si aveva un 42% di aumento di HDL (colesterolo buono), un 38% di diminuzione di LDL (colesterolo cattivo), un 41% in meno di trigliceridi e una diminuzione fino al 25% della glicemia. Il suo succo è amaro per la presenza di naringina ed è attivo, grazie al contenuto in polifenoli, nell’abbassare il tasso di colesterolo, in particolare l’effetto sarebbe da imputare alla presenza di due flavonoidi statin-like (con attività simile a quella delle statine), denominati brutieridina e melitidina. Il succo, inoltre, è ricco di acido citrico naturale in quanto è presente in misura pari a 66 grammi per litro. Per il contenuto di vitamina C, Bl e B2 e P nel succo, di vitamina A ed E nel flavedo, il bergamotto si può ritenere un frutto con buon contenuto vitaminico, utile pertanto nei disturbi ossei da alterato assorbimento calcico, disturbi della dentizione, collagenopatie, astenia muscolare o anche ipereccitabilità neuromuscolare, eretismo cardiaco, anemie da ridotto assorbimento di ferro, congestione epatobiliare e varie malattie con alterata permeabilità vasale.

Per approfondire:

http://www.mondodelgusto.it/2011/10/26/colesterolo-alto-bergamotto-miniere-reggio-calabria/
http://www.lastampa.it/2014/04/01/scienza/benessere/medicina-naturale/bergamotto-contro-il-colesterolo-Pjuupb0TXlY3MJ3fRwk26N/pagina.html